Tfr sta per trattamento di fine rapporto. È un riconoscimento economico che va al lavoratore dipendente per gli anni di servizio svolti all’interno di una azienda

Come funziona ?

Il TFR ammonterebbe al 7,41% della retribuzione lorda. Dico ammonterebbe perché lo 0,5% va al fondo di garanzia dell’INPS.

Di conseguenza il TFR che matura per te è il 6,91%.

Come diceva un famoso bancario in tv (di una delle banche italiane più care d’europa)”perché è il netto che conta, non il lordo”.

ESEMPIO:
Retribuzione lorda: 50.000 Euro
Quota annua TFR: 50.000 X 6,91% = 3455 Euro

Quindi se guadagni 50’000 euro lordi di stipendio, ogni anno, l’azienda, accantona per te 3455 euro.

Nella maggior parte dei casi, il TFR accantonato in azienda verrà pagato al lavoratore, sotto forma di liquidazione quando si conclude il rapporto di lavoro.

Cioè quando il lavoratore viene licenziato, si dimette, oppure quando va in pensione. È riconosciuto anche in caso di morte del lavoratore e in questo caso viene devoluto agli eredi.

Dove viene accantonato questo denaro (il tfr) ?

Se l’azienda ha meno di 50 dipendenti, vi sono due possibilità:

  1. Il dipendente non prende alcuna decisione e lascia Il tfr in azienda: in questo caso il tfr viene accantonato all’interno dell’azienda e dovrebbe essere “gestito” dal datore di lavoro.
  2. Altrimenti il dipendente può decidere di destinare il tfr ad un fondo pensione – che è la scelta più saggia per tanti motivi che vedremo – in questo caso quel denaro viene “gestito” dal fondo pensione.

Se l’azienda ha più di 50 dipendenti, vi sono – anche qui – due possibilità:

  1. Vi è sempre la possibilità per il dipendente di stabilire dove destinare il tfr, se lasciarlo in azienda o destinarlo ad un fondo pensione.
  1. Ma nel caso in cui tu decida di lasciare il tfr in azienda, questo non potrà più essere gestito dal Datore di lavoro. In questo caso, il datore di lavoro sarà obbligato a corrispondere le somme al fondo di tesoreria dell’INPS (in questo caso è l’INPS che gestisce questo denaro).

Dove dovresti investire il tfr

Hai sempre la possibilità di lasciarlo in azienda, ma in un caso rimane nelle “casse” dell’azienda stessa, altrimenti va nelle casse dell’inps. Oppure puoi decidere di investire il TFR in un fondo pensione.

Vantaggi e Svantaggi

Partiamo dai rendimenti

Se lasci il tfr in azienda, l’importo accumulato progressivamente, viene rivalutato al 31 dicembre di ogni anno con un tasso fisso dell’1,5% più il 75% dell’inflazione (cioè l’aumento dell’indice Istat dei prezzi al consumo) rilevato per l’anno precedente.

Che significa questo?

Facciamo un esempio:

Ipotizziamo che la somma tfr accantonata fino al 2021 è di 50’000 euro.

Mentre il tfr del 2021 – cioè l’accantonamento per l’anno 2021 – è di 5000 euro.

In questo caso, il tasso di rivalutazione per le somme accantonate al 31 dicembre 2020 è del 2,75%. Quindi alla fine avremo:

50’000 + 2,75% = 51375 euro + 5000 euro (tfr 2021) = 56375 euro.

Nell’anno 2022 (ipotizziamo) che il tasso di rivalutazione per le somme accantonate al 31 dicembre 2021 sia del 2%.

In questo caso, dovremo aggiungere il 2% alla quota risultante cioè ai 56375 euro.

Avremo in tutto 56375 + 2% = 57502 euro + i 5000 euro di tfr del 2022 quindi 62502 euro.

Le aziende nella maggior parte dei casi utilizzano il tfr come forma di finanziamento. Significa che quando il tfr del dipendente rimane in azienda non è fermo e vincolato in un conto, ma viene utilizzato per le operazioni ricorrenti.

Nonostante questo, l’azienda è obbligata a versare quanto dovuto alla cessazione del rapporto di lavoro. In caso di fallimento o insolvenza dell’azienda stessa, potrebbero esserci alcuni problemi, ma in ultima istanza c’è il fondo di garanzia dell’inps, il quale – dopo una certa procedura – paga al dipendente la liquidazione (cioè il tfr) che effettivamente gli spetta.

Il mio consiglio è quello di optare per un fondo pensione

Intanto si elimina subito, il potenziale problema di insolvenza dell’azienda. Si, c’è il fondo di garanzia dell’inps, ma comunque ci sarà da fare una procedura e magari pagare un professionista. Ma con il fondo pensione questo problema verrebbe eliminato alla radice. Quindi questo è il primo vantaggio.

Se l’orizzonte temporale al pensionamento è abbastanza lungo, con un fondo pensione che investe in strumenti finanziari a lungo termine, i rendimenti che si possono ottenere sono sicuramente migliori. Si può ottenere anche un 4% annuale, che è molto più soddisfacente rispetto alla rivalutazione della somma trattenuta in azienda.

Un rendimento di media del 2% annuale su 50’000 euro equivale ad un risultato dopo 20 anni di 74’000 euro.

Ma investendo in un fondo pensione, con strumenti a lungo termine, un rendimento del 4 o 5% annuale, su 50’000 euro equivale ad un risultato finale di 135’000 euro. Il tasso è poco più che raddoppiato, ma il risultato finale ottenuto è quadruplicato.

Questa è la forza dell’interesse composto e si può sfruttare questa “LEVA” scegliendo di destinare il TFR in un fondo pensione.

Quindi vista la differenza di rendimenti è molto molto consigliato investire in un fondo pensione piuttosto che lasciare il denaro in azienda. Questo a patto che si investa negli strumenti giusti, perché vi sono alcuni fondi pensione che hanno rendimenti molto inferiori rispetto alla semplice rivalutazione che l’azienda è obbligata a dare.

Trattamento Fiscale: Quante tasse sul TFR

In base a dove viene destinato il tfr cambia anche il trattamento fiscale.

  • Nel caso in cui il TFR rimanga in azienda, questo sarà tassato al momento della cessazione del rapporto di lavoro, cioè al momento della liquidazione, con tassazione separata (una media dell’aliquota irpef, il minimo è 23%). Verrà pagata dal datore di lavoro come sostituto d’imposta.
  • Nel caso in cui il lavoratore opti per il FONDO PENSIONE, il tfr non viene tassato subito, ma al momento in cui il lavoratore va in pensione e lo riceve come rendita o capitale. In questo caso la tassazione massima è del 15% e può scendere fino al 9% in base al numero di anni di aderenza al fondo pensione.

Ecco che anche in questo caso, il vantaggio fiscale con il fondo pensione è notevole.

Nel caso aziendale l’aliquota minima è del 23%.

Nel caso si opti per il fondo pensione l’aliquota minima è del 9%.

Una differenza notevole. Denaro che va a finire nelle tue casse e non in quelle dello stato.

Direi che dopo tanti anni di duro lavoro e sacrificio te lo meriti. Non credi che sia così?

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